La fine

Nella ridente cittadina di Jefferson City, nel Wisconsin, aveva da poco cominciato a piovere. Le strade semideserte della parte ovest della città, apparivano ancora più desolate con la pioggia che batteva inesorabile contro l’asfalto. Nessuno, quella notte, era uscito di casa. Se non ci fossero state delle auto parcheggiate ai lati delle stradine, chiunque avrebbe scommesso che quello era un quartiere abbandonato ormai da tempo.

Quando un ragazzo, ormai zuppo fino ai piedi, attraversò di corsa, affannando, la settima strada, realizzò che in quel posto non lo avrebbe mai trovato nessuno, per sua fortuna. Dopo pochi istanti, si ritrovò con sua sorpresa in un vicolo cieco: alla fine della stradina un cancello alto più o meno due metri lo separava da quella che poteva essere la sua libertà. Ancora col fiato in gola, si avvicinò piano al cancello, con un sorriso stampato in faccia.

«Finalmente» sussurrò, la pioggia sempre più forte. «Finalmente è finita… qui nessuno potrà trovarmi…». Un leggero rumore alle sue spalle, lo fece voltare di corsa. «Non è esattamente finita» disse un uomo, di fronte a lui, completamente coperto dall’acqua che cadeva giù come una cascata. «Non è possibile…» disse sconvolto il ragazzo. «Come hai fatto a…». Il fiato gli si smorzò in gola, vedendo la sua unica possibilità di ricominciare una nuova vita svanire nel nulla. «Ora verrai con me: con le buone o con le cattive» sentenziò il ragazzo misterioso, avvicinandosi lentamente al fuggiasco. «A te la scelta». I due sembravano conoscersi molto bene.
«No…» rispose piano, ormai senza forze a causa della folle corsa durata quasi mezz’ora. «Non voglio più…». S’interruppe da solo quando vide altri tre uomini fare capolino alle spalle dell’uomo che gli si parava di fronte, a poco meno di due metri di distanza. In quel preciso momento, la piccola speranza che aveva di salvarsi, sparì per sempre. Ormai era in mano ‘loro’.

«Prendetelo» ordinò l’uomo misterioso, passandosi una mano sulla faccia per togliersi l’acqua dagli occhi. «Sei nostro» affermò mentre due uomini si avvicinavano minacciosi al ragazzo, ormai rassegnato e senza nessuna voglia di lottare. «Si torna a casa… Kenny».